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Madonna di Strada

Nasce in prossimità del guado sul torrente Colvera, lungo l’antica via romana. Un piccolo ma antico luogo sacro (981 d.C.) sorto vicino ad un passaggio impegnativo, luogo ove affidarsi e chiedere protezione per l’attraversamento o dove ringraziare per il pericolo scampato, luogo che da molti secoli raccoglie le preghiere di viandanti o pellegrini, accomunati dall’essere “per strada” o dal cercare la propria strada.

L’immagine di Maria venerata ora nel Santuario (Pilacorte, XV sec.) la rappresenta con in braccio il bambino Gesù che tiene in mano una pergamena aperta con la citazione “Ego sum via” (Gv 14,6), probabile sviluppo dell’antica rappresentazione della Madonna “odighitria”, ovvero di colei che conduce alla Via. Lo ha fatto perché mettendosi in ascolto ha generato Dio, e contemporaneamente si è lasciata rigenerare, perché osservando ciò che accadeva nella sua vita ha imparato a custodirlo e integrarlo nel suo cuore.

Così anche noi ritroviamo in Maria e in questo santuario a lei dedicato, un luogo per ritrovarci e ricondurci alla Via. Un luogo di affidamento a cuore aperto, di silenzio carico di Presenza, un luogo dove ritrovare pace e conforto, per ripartire con più fiducia e speranza.

CELEBRAZIONI SANTE MESSE ogni domenica e festivi, ore 9.00 e 18.00 (estate e inverno)

 

• RETTORE DEL SANTUARIO DON DARIO DONEI 
scrivere a donei.dario@bereshit.it

• OSPITALITÀ PER I GRUPPI E I PELLEGRINAGGI
scrivere a madonnadistrada@bereshit.it

Vivere il Santuario

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Ospitalità

Accanto al Santuario da sempre esisteva una casetta per il custode. Nel 1961 è stata demolita e ampliata. Era destinata al Custode e al Rettore, ma si pensava allo sviluppo di tante altre attività: “congressi, convegni, ritiri spirituali che si svolgeranno al Santuario, sempre più un centro di spiritualità per la nostra zona”, scriveva don Nicolò del Toso nell’opuscolo del 1966 quando fu inaugurata la Nuova Casa e il Mosaico che la arricchisce.
Negli anni novanta l'ambiente circostante al Santuario e alla casa accoglienza è stato arricchito con un bel parco aperto a chiunque abbia voglia di passare qualche ora di ristoro in mezzo alla natura.
È una struttura a disposizione di quanti intendono, all’ombra del Santuario e sotto la protezione di Madonna di strada, camminare nelle vie del Signore.
OSPITALITÀ PER GRUPPI
Per informazioni scrivere a madonnadistrada@bereshit.it

Arte

L’edificio è stato ricostruito più volte lungo i secoli, in seguito a guerre e terremoti. L’attuale presbiterio risale al 1357; la sacrestia e il campanile al 1730 circa; l’attuale chiesa al 1886; le campane al 1926.
L’immagine venerata della Madonna di Strada (bassorilievo in pietra) è attribuita a Giovanni Antonio Pilacorte (tra fine ‘400 e inizi ‘500). Maria tiene il bambino in braccio, con mani forti e sicure; il piccolo nella mano tiene un cartiglio dove sta scritto: Io sono la via.
Madonna di Loreto, Gianbattista Ghirlanduzzi (o bottega), sec XVII (attualmente presso museo diocesano).
Annunciazione, affresco sulla parete di fondo dell’abside, fine '700.
Incoronazione della vergine, grande pala appesa in navata, fine ‘700, dono di Franco Girolami (2005).
Soffitto: Incoronazione della Vergine e quattro immagini di santi (S. Domenico, S. Giovanni della Croce, S. Luigi Gonzaga, S. Giovanni Bosco), affreschi di Vittorio Cadel di Fanna (1914).
Lunetta sopra l’abside, Annunciazione (1932)
Sempre del Cadel la poesia dedicata al santuario “Biela Glesiuta”.
Sulla parete della casa accoglienza, mosaico dedicato agli emigranti raffigurante la Fuga in Egitto ispirato all’affresco del Beato Angelico (1966). Sullo sfondo il monte Raut e il santuario di Madonna di Strada e l’iscrizione “Migrantes protege Sancta Maria” (bozzetto di G.M. Cadel, eseguito da Valentino Cristofoli).

Storia

Al 12 gennaio 981 risale la più antica menzione dell’ecclesiam que vocatur Marcadello (‘piccolo mercato’) riferita al luogo del guado sul torrente Colvera, in un atto di donazione dell’imperatore Ottone II di Sassonia al patriarca di Aquileia. Nel 1357 Giovanni Malagrini di Fanna chiede il permesso al Vescovo per costruire una chiesa “ob reverentiam Dei et gloriose Virginis Mariae et S.ti Stephani in remissionem suorum peccatorum”. Nel 1493 Pietro Edo detto “Capretto” scrive un libello sul luogo presso Fanna nel quale avverrebbero presunte guarigioni e segni prodigiosi. Nel 1642 il pievano di S. Remigio, Domenico Segalla, ricostruisce Madonna della Strada nella stessa forma della Santa Casa della Madonna di Loreto, commissionando anche una statua della Madonna (conservata attualmente al museo diocesano). Nel 1757 il Doge di Venezia Francesco Loredan stabilisce definitivamente il possesso del santuario alla parrocchia di Fanna. Nel 1761 il Corner cita nel suo libro l'immagine di Maria Vergine Santissima della Strada in Cavasso: “poiché i frequenti e cospicui miracoli ivi operati da un’immagine di Nostra Signora conciliarono lustro al sacro luogo”. Infine nel 1886-89 avviene il rifacimento della chiesa nella versione attualmente visibile, in stile neoclassico, mentre il muro di cinta risale al 1901.

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